"LA SITUAZIONE POLITICA IN ITALIA E' GRAVE MA NON E' SERIA" - Ennio Flaiano

Pubblicato il da paetomm@gmail.com

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Fabio Garagnani - il deputato del Pdl che vuole abolire la festa del 25 aprile spostandola al 18 (la vittoria della Dc contro le sinistre nel ‘48), è uno fissato con queste cose: appena eletto propose una commissione d’inchiesta sui ‘crimini dei partigiani’, in un’altra occasione si spese contro dei seminari sulla Resistenza, prima ancora fece un libro bianco contro l’insegnamento ‘fazioso’ della lotta partigiana nelle scuole della sua regione.

Pazienza, dico: capita che qualcuno si fermi a un certo punto della storia, da ragazzo conoscevo un reduce della Grande Guerra che ti parlava di Caporetto anche se gli chiedevi che ore erano, i traumi fanno questo effetto qui.

Il problema quindi non è Garagnaniuno che evidentemente non ha ancora elaborato il lutto della sconfitta avvenuta 66 anni fa e prima ancora che lui nascessema semmai il fatto che la sua raccomandazione è stata accolta dal governo.

E qui viene il bello.

Perché purtroppo non se ne farà nulla: qualche dichiarazione di sdegno da parte dell’Anpi, un po’ di imbarazzo nel centrodestra e buonanotte al secchio, tutto in un cassetto.

Invece no: secondo me devono andare avanti.

Uno per uno, vogliamo sapere quali deputati e senatori del Pdl (ma magari anche della Lega, viste le frequentazioni di Borghezio) si vergognano della Liberazione e vogliono eliminarne il ricordo. Vogliamo sapere che cosa ne pensa il segretario del Pdl Alfano e il suo aspirante avversario alle primarie Formigoni. Vogliamo sapere cosa ne dicono i vertici della Lega, Bossi e Maroni in testa, ma anche i sindaci del Carroccio al Nord.

Basta con questo cazzo di ambiguità per cui un anno e mezzo fa Berlusconi è andato ai festeggiamenti del 25 aprile con il fazzoletto della Brigata Maiella, poi però la sua maggioranza ha cercato di fare fuori la data nella finanziaria e adesso accoglie la ‘raccomandazione’ di Garagnani.

Fuori i nomi, fuori la verità.

Come ogni Paese del mondo, e senza alcuna retorica, anche la Repubblica italiana ha bisogno di una data fondante, per non finire sul lettino in cerca di identità.

Per gli americani è il 4 luglio, per i francesi il 14 luglio.

Bene: per noi sono il 25 aprile e il 2 giugno, insieme.

Chi ne vuole proporre un’altra, lo dica apertamente, senza far finta di credere in quello che invece aborrisce.
Contiamoci, a viso aperto, se avete le palle per farlo.

fonte: http://goo.gl/ryKfj 

di Alessandro Giglioli

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