SPAZIO AI GIOVANI? SI'..Ma quando non saranno più giovani.. - (paola)

Pubblicato il da paetomm@gmail.com

 

civatiLASCIATE CHE I GIOVANI VENGANO A NOI 

Pensieri presi dal Blog di Giuseppe Civati (35 anni) consigliere regionale lombardo, promotore di Prossima Italia e membro della direzione Pd.  

"Nel mio intervento in direzione nazionale, ho parlato della piazza arancione di Milano e di Napoli. Una piazza difficile da decifrare con le categorie politiche tradizionali, una piazza che dimostra che il cambiamento viene dagli elettori prima che dalle sigle di partito. Dal desiderio di chiudere questa lunghissima ed estenuante fase politica, per guardare al futuro. Dalla maturità che hanno raggiunto le 'cose', in un'Italia a cui la stagione di Berlusconi e Bossi non ha saputo dare che risposte frammentarie e molto spesso (quasi sempre) del tutto sbagliate.

Una piazza da interpretare guardando alla composizione sociale di questo elettorato, ai ragazzi, soprattutto, che la politica in questo Paese sono vent'anni che non riesce a rappresentare. E, non a caso, anche loro hanno vent'anni, perché i ventenni sono l'unità di misura della nostra politica, e non da ora.
Una piazza che è anche una straordinaria richiesta di politica, di una politica partecipata e di grande senso per ciò che ci attende, e che cerca una guida che a livello nazionale deve emergere con ancora più chiarezza, più precisione, più coraggio.

La sera dell'ultimo giorno di campagna elettorale, a Milano, c'era anche l'arcobaleno. Un arcobaleno doppio, neanche si trattasse dei due cerchi di cui Bersani parlò in un'intervista estiva dal sapore un po' ermetico. Un messaggio di speranza inaspettato, nella campagna più meteorologica di tutti i tempi, con il vento che soffiava e con l'aria che cambiava.

Ecco, ora il Pd, se vuole essere coerente con il mandato (ricevuto insieme alle altre forze del centrosinistra, sulla base di una spinta civica sulla quale Bersani si è più volte soffermato), deve capire dove va a finire l'arcobaleno.

Quella pentola d'oro della leggenda, in cui si trovano tutti i colori dell'iride che hanno caratterizzato i movimenti che hanno attraversato il Paese in questi mesi. La pentola in cui si trova il progetto di governo e di un'Italia non solo liberata, ma consapevole e concreta. Che la politica deve accompagnare, offrendole una guida sobria ed efficiente.

E allora, in nome della partecipazione e della sua libertà, è il caso di non fare passi indietro sulle primarie. Bersani dice di volerle «mettere in sicurezza», Michele Fina chiosa «perché sono una sicurezza». E si tratta di primarie per il leader ma anche per i parlamentari.

E poi, in nome di una stagione di una politica rinnovata, rispetto dello Statuto sul limite dei mandati e nettezza sui costi della politica.

In nome di un disegno unitario, ma non banale e nostalgico, un grande lavoro al Sud, che in Calabria (dove si è dimesso il commissario) e in Sicilia, soprattutto, riguardano prima di tutto proprio il Pd.

E in nome di una curiosità che non ci deve abbandonare mai, ci vuole la più straordinaria apertura verso ciò che si muove, perché è passato molto tempo dal «vado, non vado, mi si nota di più...» con cui avevamo salutato il primo popolo colorato, quello Viola. E anche il Movimento 5 Stelle, senza snobismi e senza confusioni di ruolo.

Tutta questa energia (rinnovabile!) servirà ad alimentare il nostro viaggio in Italia. Magari con un pulmino, come quello al centro della querelle tra Moratti e Pisapia. Un pulmino da noleggiare, s'intende, che ci faccia frequentare la provincia, dove si trovano i destini elettorali di questo Paese, nelle zone più remote e abbandonate e là dove sale la strada e dove noi, che siamo un partito forte soprattutto «a livello del mare» e nei grandi centri urbani, facciamo più fatica a prendere voti.

Tutte cose che avevo detto già, alla direzione di gennaio e a quella d'inizio campagna, quando in pochi credevano nel risultato delle Amministrative e quasi nessuno nei referendum che celebreremo tra qualche ora e che fanno parte integrante di questa storia politica.

Il bello di un partito democratico, ho ricordato da ultimo, in nome del pluralismo a cui sono molto affezionato, è che le posizioni della minoranza (della minoranza di una minoranza, nel mio caso) possono diventare le posizioni del partito. Bersani commenta: «possono diventare addirittura maggioranza».

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La questione generazionale e il governo del Paese
Sappiamo quanto sia strumentale la scelta del B scatenato delle ultime ore, ma sulla questione generazionale è arrivato prima il Pdl. Teniamone conto.

Del resto se le amministrative sono state una sberla per il Pdl e la Lega, lo sono state in modo diverso anche per il partito di Bersani, che ha potuto cantare vittoria principalmente grazie a personalità nuove trainate dalle primarie. Cioè da un meccanismo di selezione che niente ha a che fare con le cooptazioni come – in qualche modo – sono state le primarie del segretario Pd fino a questo momento.

Il passaggio nei gazebo non solo sarà ineludibile ma, dopo il caso Milano, forse si potrà anche vedere una vera gara senza che le correnti – o gli accordi preventivi, come fu per Veltroni – scrivano l'esito sin dall'inizio.

 Ed infine, Civati, pone 10 domande al Pd  

1. Rispetto ai motivi fondamentali di una futura alleanza, il Pd ritiene strategico condividere con i propri alleati le scelte di politica economica, la lotta al precariato e la riforma del mercato del lavoro, le politiche di cittadinanza, il sostegno alla scuola pubblica, le misure per l'energia e per i servizi di pubblica utilità, il modello di sviluppo, il riconoscimento di diritti civili di standard europeo?

2. Alla luce della grande partecipazione di queste ultime settimane e della passione civile che soffia tra gli elettori di gran parte del Paese, il Pd annuncerà che il prossimo candidato premier sarà scelto dai cittadini, con il metodo delle primarie?

3. Il Pd ha la necessità di dialogare con tutte le forze democratiche, in vista di possibili alleanze. Il Pd chiederà, per evitare equivoci, a tutti questi interlocutori di sottoporsi alla scelta che i cittadini faranno attraverso le primarie, esprimendo candidati propri o comunque accettandone gli esiti?

4. A Porcellum  vigente, il Pd permetterà ai suoi elettori di scegliere i propri candidati a Camera e Senato attraverso le primarie? Inoltre, il Pd farà rispettare a tutti i suoi componenti i limiti statutari dei tre mandati al Parlamento?

5. Con il Porcellum il premio di maggioranza al Senato sarà assegnato su base regionale, con il rischio di avere come risultato due maggioranze differenti nelle due Camere. Il Pd avvierà una grande mobilitazione nelle regioni in bilico o comunque conquistabili da parte del centrosinistra (Piemonte, Lazio, Campania, Puglia), dedicando particolare attenzione a Lombardia e Sicilia, dove alla destra potrebbe mancare un importante contributo in termini elettorali?

6. All'insegna di un profilo finalmente chiaro e inequivocabile, il Pd risolverà le questioni politiche aperte in Sicilia e in altre regioni del Sud, dove il partito è aspramente diviso e largamente commissariato?

7. Tra le forze politiche con cui il Pd si è alleato, è necessaria una discussione aperta e trasparente: il Pd si farà promotore di un grande appuntamento nazionale, aperto a tutte le forze democratiche e alla società civile, in cui parlare di idee e proposte per il cambiamento, per dare un progetto politico alla piazza arancione che abbiamo visto a Milano, a Napoli e in tante realtà? Perché non annunciarlo oggi, subito, in vista del prossimo autunno?

8. Il recupero dell’astensionismo del nostro elettorato si è dimostrato decisivo alle recenti amministrative. L'astensione è però, comunque aumentata in termini assoluti. Il Pd riterrà prioritario il coinvolgimento del 40% dell'elettorato che non si sente comunque rappresentato, intensificando gli sforzi per ridare fiducia alla politica?

9. A questo proposito, il Pd proporrà il dimezzamento del numero dei parlamentari e della loro remunerazione complessiva e la semplificazione istituzionale degli enti locali?

10. Il Pd deve rilanciare una campagna di adesione per aprire le porte a futuri aderenti e militanti. In particolare, l’aver riconquistato il voto dei giovani, dopo un periodo lungamente negativo per il Pd, è stato un altro motivo dell’ottimo andamento delle ultime elezioni. Il Pd emulerà il Labour inglese che ha dato il via a una campagna di tesseramento a 1 centesimo, destinata proprio ai più giovani (purché le tessere siano ovviamente sottoscritte a titolo individuale)?

Coraggioso - ma risponderanno?

12 e 13 giugno BATTIQUORUM

 

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olivia

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