UN'INFLAZIONE GLOBALE SAREBBE D'AIUTO AI DEBITORI USA, MA FAREBBE ARRABBIARE I CREDITORI CINESI

Pubblicato il da tommasoliguori50

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L'avvertimento cinese: basta con la liquidità

Walter Ricolfi
Il Sole 24 Ore

L'indebolimento del dollaro, tornato a un passo dai minimi d'inizio maggio sull'euro e sul paniere delle principali valute, unito al (momentaneo) rimbalzino di Wall Street e al recupero delle materie prime, avrebbero fatto pensare che i mercati stessero nuovamente scommettendo su un nuovo quantitative easing (QE).

Dipendenti dalle continue iniezioni di liquidità da parte della Fed e preoccupati per il marcato rallentamento economico negli Usa, si sarebbe detto che gli investitori s'aspettassero un nuovo programma di acquisto di titoli di Stato, una volta esaurito, a fine giugno, il secondo QE da 600 miliardi di $.
Ma quando Ben Bernanke ha parlato, i mercati, non hanno fatto una piega.

  O, meglio, non hanno minimamente reagito le valute e le materie prime ma ha perso tutti i guadagni la Borsa che qualche aspettativa se l'era invece creata.

Il terzo QE non è nell'aria, ha fatto capire il presidente della Fed, non sorprendendo nessuno, poiché le stesse cose erano state anticipate da "falchi" come Richard Fisher (Fed obbligazione-cinese.jpgdi Dallas) e Charles Plosser (Filadelfia) ma, seppure con minor decisione, anche da "colombe" come Eric Rosengren (Boston) e soprattutto da Charles Evans (Chicago).
Il messaggio di Bernanke, insomma, era già stato telegrafato da altri membri della Federal Reserve.

È vero che l'economia sta crescendo ben sotto il potenziale e per questo non verrà rivisto il tasso d'interesse, ma la debolezza è temporanea e le cose dovrebbero migliorare nel secondo trimestre.
In realtà la flessione del dollaro era di diversa natura ed è stata originata dalle dichiarazioni di un funzionario (Guan Tao) dell'ufficio cambi cinese.

«Dobbiamo stare in guardia – aveva detto – dai rischi economici e politici derivanti da un eccessivo investimento in attività denominate in dollari Usa».

Un monito così severo da Pechino non si sentiva da tempo.

Il fatto che le dichiarazioni di Tao siano state poco dopo cancellate dal Web («considerazioni fatte in privato che rappresentavano la mia personale visione», ha tentato di correggere il funzionario) non cambia la sostanza delle cose.

La Cina è il maggior possessore di titoli americani (circa il 70% delle sue riserve) e grazie agli acquisti di Treasury ha contribuito negli ultimi anni a tenere alto il valore dei Treasury e probabilmente anche a sostenere un poco il dollaro.
Il problema della Cina è un po' quello degli altri Paesi emergenti.

Tutte le riserve in valuta estera si sono incrementate lo scorso anno di 885 miliardi di $ e, per ben l'80%, per effetto dei massicci acquisti dai Paesi emergenti, secondo un'analisi di JP dublino-cassa-automatica-afp-258.jpgMorgan.

Se le banche centrali di questi Paesi decidessero di accelerare il processo di diversificazione a danno del dollaro, dove finirebbero i rendimenti dei Treasury Usa?
Nessuno sui mercati ha creduto che quella di Guan Tao sia stata una gaffe: piuttosto un messaggio fatto filtrare alla Fed e al Tesoro Usa affinché non si proceda oltre con la politica monetaria ultra espansiva del quantitative easing.

Se è assai dubbio che l'acquisto forzato di titoli di Stato faccia bene all'economia, come suggerirebbero i recenti brutti dati macro economici, è certo che contribuisca invece a tenere basso il valore del dollaro.

Ed è quello che meno si augurano i partner commerciali degli Usa.
C'è un'ultima considerazione.

Il governo cinese ha recentemente messo a disposizione 463 miliardi di $ per salvare dal fallimento i "veicoli" finanziari controllati dai vari enti locali.

L'operazione ricorda tanto la Tarp del 2008, con la differenza che, fatte le debite proporzioni, quei 463 miliardi valgono 1,5 volte il salvataggio attuato da Henry Paulson.

È pensabile che, date queste spese, la Cina continui ad espandere le sue riserve in dollari?

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-06-08/lavvertimento-cinese-basta-liquidita-063733.shtml?uuid=AaEFc1dD

 

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