IN CINA FIOCCANO MULTE PER CENSURARE IL WEB.

Pubblicato il 1 agosto 2011 da paetomm@gmail.com

di Francesco Lorusso

Il web fa sempre più paura al governo cinese, che adotta misure che limitano in modo sempre più pressante la libertà di navigazione.

Le rivolte che hanno interessato il nord Africa e che hanno utilizzato proprio la rete come mezzo di aggregazione, ha spinto la Cina ad adottare misure più severe per monitorare e prevenire potenziali rivolte che possano sbocciare proprio dal mondo virtuale.

La polizia di Pechino ha imposto a tutti gli esercenti, e in particolare ai bar e ristoranti che offrono in modo gratuito la connessione internet ai propri clienti, di acquistare un particolare software che permette di registrare, e mantenere in memoria per 60 giorni, i dati e i siti visitati di coloro che navigano nel web

Il software, prodotto dalla Rain-Soft Software di Shanghai, ha un costo proibitivo: si parla di circa 20mila yuan (2200 euro) che la maggior parte dei gestori non può permettersi. La multa per coloro che non si adegueranno è stimata in 15.000 yuan (quasi 1500 euro) e questa decisione porterà molto probabilmente i gestori dei locali all’eliminazione dell’accesso a internet pur di non pagare la salata sanzione.

Il governo cinese, molto criticato non solo per l’ennesima censura, ma anche per i costi “obbligatori” di questa iniziativa, ha giustificato la decisione con la necessità di combattere in modo adeguato sia la pirateria online sia la visita di siti proibiti come quelli a “luci rosse” o d’azzardo.

La velocità con cui è stata presa questa decisione è dovuta probabilmente anche alle numerose critiche dirette al governo in merito alla gestione dell’incidente avvenuto fra i due treni ad alta velocità nella Cina orientale e che ha provocato 40 vittime. Gli utenti virtuali, attraverso i numerosi blog, insinuano corruzione e affossamento della verità: “problemi” che il governo cinese vuole seppellire al più presto con ogni forma di censura possibile.