BIRMANIA: CENSURA ABOLITA..."IN UN PROSSIMO AVVENIRE"

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“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.” Inizia così l’artico 21 della costituzione Italiana.

Dal rapporto 2010 dei Reporters Senza Frontiere (RSF) sulla libertà di stampa ci sono ancora numerosi paesi nel mondo completamente soggetti alla censura preventiva. Uno di questi è la Birmania che occupa il posto 174 su 178, seguita solo da Iran, Turkmenistan, Corea del Nord ed Eritrea.

Un regime da sempre ostile e repressivo nei confronti della libertà di espressione sembra fare i primi passi verso la democrazia. Lo “Zar” della censura della Birmania, Tint Swe, direttore del dipartimento di scrutinio della stampa e delle registrazioni, lo scorso venerdì ha dichiarato all’emittente Radio Free Asia che la censura deve cessare per far spazio alla libertà di stampa. Ha aggiunto anche di essere intenzionato a chiudere il dipartimento di cui è a capo.

«La censura sulla stampa non esiste nella maggior parte degli altri paesi, compresi i nostri vicini, e non è in armonia con le pratiche democratiche. In un prossimo avvenire dovrà essere abolita.»

Tint Swe ha spiegato che questa scelta deve essere gestita e accettata con responsabilità dalle varie testate giornalistiche e nelle pubblicazioni in genere.

La Birmania ha una storia controversa nei riguardi della libertà di espressione. Quando nel 1948 ottenne l’indipendenza, la libertà di pensiero ed espressione era garantita a tutti. Sebbene negli anni 50 si avvertirono le prime restrizioni governative, la Birmania era uno dei paesi asiatici con la maggiore libertà di stampa.
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Nel 1962 ci fu un colpo di stato che invertì la situazione: fu sancita una legge, ancora in vigore, che obbligava “tutti gli editori e tipografi a registrare e sottoporre copie delle loro pubblicazioni alle Commissioni di Esame della Stampa”. Negli anni la situazione si è inasprita sempre più, la censura è diventata totale e serrata anche nei confronti di Internet, bloccando l’85% dei provider di servizi e-mail.

Adesso la Birmania sembra vivere una storica svolta e da giugno i giornali sportivi, le riviste di intrattenimento, fiabe e i numeri vincenti della lotteria non avranno bisogno di ottenere l’approvazione preventiva del Ministero delle informazioni prima di essere stampati. Questa scelta innovativa del regime è frutto della nuova amministrazione salita al potere dopo le controverse elezioni dello scorso novembre.

Sebbene le severe regole di censura siano state attenuate per alcune pubblicazioni, pur mantenendo uno stretto controllo sui titoli delle notizie, l’annuncio di Swe arriva contemporaneamente a un evento contrastante: un giudice birmano ha aggiunto 10 anni alla pena di un giornalista che aveva violato le regole del regime con un’ affermazione non condivisa dal governo. Ora dovrà scontare una pena detentiva di 18 anni.


fonte: http://goo.gl/rSzX8
di Eleana Martiradonna

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